Nova Lectio
Miei testi dei video già pubblicati sul canale Youtube Nova Lectio di Simone Guida.
Da notare che questi sono i testi prima dell'elaborazione del canale, quindi possono essere non coincidenti con quanto espresso nel video.
“Il futuro della società sostenibile è legato alle auto elettriche!”
“Le auto elettriche inquinano più dei motori endotermici, altro che sostenibilità!”
Sono queste le frasi che, se cercate in rete “sostenibilità auto elettriche”, saltano fuori, ma non una volta, bensì decine di volte, ciascuna condita di credenziali e presunte prove. “Presunte” per un semplice motivo: di fronte a due verità contrapposte, almeno una delle due dev’essere falsa, di sicuro non possono essere vere entrambe.
Questa è la fine che fanno tutti i dibattiti basati su dogmi o su quell’”ipse dixit” di aristotelica memoria, sostituito purtroppo dalla televisione, dai soloni che pontificano senza averne titolo, da quelli che sono sovvenzionati da questa o quella parte, da quelli che “ho sentito dire che”. Così si cade nei discorsi da ultras del calcio, i quali, di fronte alle stesse immagini, danno interpretazioni opposte, suffragate da quel fenomeno della mente, chiamato tifo. Ci finiscono mille discussioni, anche sulla politica, basta leggere le prime pagine dei quotidiani in una mattina qualsiasi. E viene da chiedersi come si fa a districarsi in questo ginepraio.
É un bel problema. Quello che possiamo fare è usare un metodo pragmatico, eliminando ideologie, posizioni precostituite, preconcetti e tutto il resto che gli va dietro.
“Le auto elettriche inquinano più dei motori endotermici, altro che sostenibilità!”
Sono queste le frasi che, se cercate in rete “sostenibilità auto elettriche”, saltano fuori, ma non una volta, bensì decine di volte, ciascuna condita di credenziali e presunte prove. “Presunte” per un semplice motivo: di fronte a due verità contrapposte, almeno una delle due dev’essere falsa, di sicuro non possono essere vere entrambe.
Questa è la fine che fanno tutti i dibattiti basati su dogmi o su quell’”ipse dixit” di aristotelica memoria, sostituito purtroppo dalla televisione, dai soloni che pontificano senza averne titolo, da quelli che sono sovvenzionati da questa o quella parte, da quelli che “ho sentito dire che”. Così si cade nei discorsi da ultras del calcio, i quali, di fronte alle stesse immagini, danno interpretazioni opposte, suffragate da quel fenomeno della mente, chiamato tifo. Ci finiscono mille discussioni, anche sulla politica, basta leggere le prime pagine dei quotidiani in una mattina qualsiasi. E viene da chiedersi come si fa a districarsi in questo ginepraio.
É un bel problema. Quello che possiamo fare è usare un metodo pragmatico, eliminando ideologie, posizioni precostituite, preconcetti e tutto il resto che gli va dietro.
Voglio parlarvi del Delta del Niger, una regione della Nigeria ricchissima per la presenza di vasti giacimenti di petrolio; una regione poverissima perché la maggior parte dei cittadini che vi abitano vivono nella miseria più nera. Una regione in cui governi ed esercito hanno fatto centinaia, forse migliaia di morti, sparando su manifestanti pacifici; una regione attraversata da bande armate, che assaltano strutture e rapiscono lavoratori stranieri. Una regione tra le più inquinate ed invivibili al mondo. Una regione che si affaccia sui bracci del fiume Niger che si tuffa nell’Oceano nel golfo di Guinea.
Questa regione si trova a sud della città di Port Harcourt, costruita dagli inglesi come centro di esportazione del carbone all’inizio del secolo scorso. Oggi conta oltre un milione e duecento mila abitanti, ha un centro cittadino ed è circondata da molte bidonville dove il degrado è assoluto. Come mai?
Questa regione si trova a sud della città di Port Harcourt, costruita dagli inglesi come centro di esportazione del carbone all’inizio del secolo scorso. Oggi conta oltre un milione e duecento mila abitanti, ha un centro cittadino ed è circondata da molte bidonville dove il degrado è assoluto. Come mai?
La storia che stiamo per raccontare ha poche certezze. Le sue origini si perdono molto lontano nel tempo, mescolando storia e fantasia, scienza e mito. Chi ne ha parlato, ha suggerito ipotesi tutte diverse, spesso contrapposte. In una simile situazione possiamo fermarci alle poche fonti certe, oppure possiamo lasciarci trasportare dal “sentito dire”, dalle “voci” che sono state raccolte nei secoli, dalle leggende che sull’ignoranza dell’accaduto sono nate e si sono sviluppate. Oggi vogliamo raccontarvi la storia di un’isola del Pacifico, un’isola misteriosa, che noi europei conosciamo come Isola di Pasqua. La sua storia è talmente enigmatica, che qualcuno, come Erich von Däniken, si è convinto che i primi ad arrivare, nella notte dei tempi, siano stati degli extra-terrestri, che, prima di svanire nel nulla, avrebbero lasciato il loro sapere agli umani che ci vivevano. Affascinante narrazione: ma, come vedremo, di tutte quelle ipotetiche conoscenze, quegli abitanti non ne hanno fatto buon uso.
Il bello di raccontare le storie è proprio questa possibilità di mescolare informazioni documentate con altre che poggiano su racconti antichi, chissà quante volte modificati nel corso dei secoli.
Detto questo, possiamo cominciare.
Il bello di raccontare le storie è proprio questa possibilità di mescolare informazioni documentate con altre che poggiano su racconti antichi, chissà quante volte modificati nel corso dei secoli.
Detto questo, possiamo cominciare.
“L’isola che non c’è” è un fantastico posto dove lo scrittore James Metthew Barrie ha raccolto, attorno a Peter Pan, i bambini sperduti, sempre in lotta con i pirati di Capitan Uncino. Potremmo usare questo modo di dire anche per il luogo che stiamo per visitare. Per raggiungerlo non servono i suggerimenti di Edoardo Bennato: “Seconda stella a destra, questo è il cammino e poi dritto fino al mattino”. É ben presente sulle mappe, anche se è così piccola da sembrare una puntura nella cartografia.
Si trova molto a Nord dell’Australia, a 3300 km da Brisbane, avendo a Sud Ovest la Papua Nuova Guinea. In quanto a isole “sfortunate” è in buona compagnia: a Nord si trovano le isole Marshall, con l‘atollo di Bikini, tristemente famoso per gli esperimenti nucleari e a Sud Ovest le isole Salomone, che hanno già visto scomparire cinque atolli per l’erosione delle coste e l’innalzamento del livello del mare.
L’isola di cui stiamo per occuparci si chiama Nauru ed ha una storia davvero allucinante!
Si trova molto a Nord dell’Australia, a 3300 km da Brisbane, avendo a Sud Ovest la Papua Nuova Guinea. In quanto a isole “sfortunate” è in buona compagnia: a Nord si trovano le isole Marshall, con l‘atollo di Bikini, tristemente famoso per gli esperimenti nucleari e a Sud Ovest le isole Salomone, che hanno già visto scomparire cinque atolli per l’erosione delle coste e l’innalzamento del livello del mare.
L’isola di cui stiamo per occuparci si chiama Nauru ed ha una storia davvero allucinante!
Matteo Messina Denaro è in carcere. É stato arrestato il 16 gennaio, trent’anni dopo il suo secondo padre, Totò Riina. Anche la data dei due arresti, domenica a parte, coincide come se un rito si fosse compiuto con la compiacenza delle parti in causa. Sul suo arresto, sulla carcerazione al 41bis a L’Aquila, sappiamo tutto. Giornali e televisioni non ci hanno fatto mancare informazioni che inneggiano al grande risultato, alla fine di Cosa Nostra, alle pazienti ricerche investigative delle forze dell’ordine. Certo qualche voce stonata c’è stata, qualcuno sospetta una nuova fase della trattativa tra lo stato e la mafia. Ad altri, guardando i due carabinieri che accompagnano Matteo in auto, come se fosse un vecchio zio che non vedono da anni, crolla il mito di quei begli arresti pieni di pathos dei telefilm americani. Altri sostengono che, malato e vecchio (attenzione, MMD ha solo 60 anni), abbia preferito consegnarsi per curarsi meglio. Voci, illazioni, sospetti, dietrologie …
Noi che della questione ci siamo occupati negli ultimi mesi, osserviamo preoccupati che la lettura e visione delle notizie è un déjà vu, poi ci tranquillizziamo, rendendoci conto che si tratta di quello che abbiamo raccontato coi nostri video.
Noi che della questione ci siamo occupati negli ultimi mesi, osserviamo preoccupati che la lettura e visione delle notizie è un déjà vu, poi ci tranquillizziamo, rendendoci conto che si tratta di quello che abbiamo raccontato coi nostri video.
Prima di cominciare una domanda importante: avete visto il video sull’inquinamento? No? Allora vi consiglio di guardarlo prima di questo, così molte cose saranno decisamente più chiare.
Vi è mai capitato di mostrare di essere diversi da quello che siete, per fare colpo o non indispettire qualcuno? Magari esponendo idee o comportamenti che poco hanno a che fare con la vostra personalità? É, in fondo, solo una piccola bugia, che, tuttavia, può causare problemi alle persone che vi circondano, le quali non sanno bene chi hanno davvero davanti.
In questo video parliamo di questo: di bugie, truffe, inganni, riferiti alle tragiche conseguenze dell’emergenza climatica e alle reazioni di chi è uno dei maggiori imputati per questa situazione: la produzione. Oggi parliamo di Green-washing!
Come spiega bene il video sugli stati più inquinati, la signora Maria da sola non può fare nulla. Servono decisioni politiche condivise e non solo dai partiti del nostro parlamento, ma dagli stati tutti, perché l’emergenza climatica è ovunque e se si tagliano foreste pluviali in Malesia per piantarci palme da olio, o pezzi enormi di foresta amazzonica per avere la soia con cui fare mangimi, beh le conseguenze sono globali e si risentiranno anche a Prato o in qualsiasi altro comune del mondo.
Vi è mai capitato di mostrare di essere diversi da quello che siete, per fare colpo o non indispettire qualcuno? Magari esponendo idee o comportamenti che poco hanno a che fare con la vostra personalità? É, in fondo, solo una piccola bugia, che, tuttavia, può causare problemi alle persone che vi circondano, le quali non sanno bene chi hanno davvero davanti.
In questo video parliamo di questo: di bugie, truffe, inganni, riferiti alle tragiche conseguenze dell’emergenza climatica e alle reazioni di chi è uno dei maggiori imputati per questa situazione: la produzione. Oggi parliamo di Green-washing!
Come spiega bene il video sugli stati più inquinati, la signora Maria da sola non può fare nulla. Servono decisioni politiche condivise e non solo dai partiti del nostro parlamento, ma dagli stati tutti, perché l’emergenza climatica è ovunque e se si tagliano foreste pluviali in Malesia per piantarci palme da olio, o pezzi enormi di foresta amazzonica per avere la soia con cui fare mangimi, beh le conseguenze sono globali e si risentiranno anche a Prato o in qualsiasi altro comune del mondo.
NOTA:Questo testo è stato scritto prima della cattura di Matteo Messina Denaro. Fa parte di una mini-serie in quattro puntate, ideata alcuni mesi prima del 16 gennaio 2023. Come tale dev’essere letta. Il video associato ha escluso alcune parti di questo testo, per ovvie ragioni di tempo (aumentato dalle considerazioni sulla cattura). Preferisco lasciare lo scritto originale e invitarvi a guardare il video di Nova Lectio, cliccando sull’immagine a fianco.
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Matteo Messina Denaro è un fantasma. Dal 1993 le sue tracce sono diventate sempre più deboli, fino a scomparire del tutto. E non è che non siano state messe in moto indagini e inchieste per capire dove si trovi.
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Matteo Messina Denaro è un fantasma. Dal 1993 le sue tracce sono diventate sempre più deboli, fino a scomparire del tutto. E non è che non siano state messe in moto indagini e inchieste per capire dove si trovi.
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