Sifar

Gli anni ‘60

Oggi parliamo di segreti, di servizi segreti e di politici, di interferenze americane e di tentati colpi di stato. In particolare oggi parliamo del SIFAR, il servizio segreto militare del dopoguerra.
Prima di cominciare una precisazione. Occorre non fare confusione tra quello che accadeva allora negli anni del dopoguerra e quello che avviene oggi, quando un presidente del senato fa affermazioni che non stanno né in cielo né in terra sull’anima antifascista della nostra costituzione. Insomma essere di destra oggi è probabilmente differente da 60 anni fa, anche se qualcuno sembra non essersene accorto. Almeno io spero che sia così.
La nostra storia, questa sera, comincia negli anni ’60. É difficile fare discorsi obiettivi per chi, come il sottoscritto, quegli anni ha vissuto da ragazzo ed ha quindi una visione romantica, nella quale gli aspetti positivi diventano giganteschi e quelli negativi quasi spariscono come la polvere sotto il tappeto. Troppa indulgenza? Allora cerchiamo di richiamare i fatti, allontanandoli se possibile dalle opinioni.

giul04Vi ho raccontato la storia di Salvatore Giuliano, il bandito di Montelepre e dei suoi intrecci con la politica dell’epoca, nella Sicilia dell’immediato dopoguerra. L’esercito statunitense, l’indipendentismo, la politica e la mafia.
Vorrei completare quell’articolo, aggiungendo un altro pezzo della storia, così come emerge da alcuni articoli pubblicati in rete.
In particolare faccio riferimento al blog di Giuseppe Casarrubea, che ha scritto un articolo moto interessante sull’argomento, datato 2010.
Come ho avuto modo di dire, tutte le affermazioni sulle vicende che riguardano Salvatore Giuliano devono essere prese con le molle, perché si tratta di racconti a volte contraddittori, se fatti da personaggi diversi.
Tuttavia fa riflettere che, proprio su questo episodio, esista una ricca documentazione di fotografie, scattate dal capitano e appartenente al controspionaggio militare americano, Mike Stern e da pubblicazioni ufficiali di partiti politici, come il PCI. Insomma potete, se volete, prendere questo racconto come una delle storie che siamo soliti ascoltare, ma i documenti sono documenti e non vanno mai sottovalutati.

L’inizio di tutto

giuliano00Oggi vorrei proporvi la storia di un delinquente, diventato un mito soprattutto grazie ai racconti che la stampa ha scritto su di lui. Un uomo feroce e spietato che qualcuno ha voluto far passare per Robin Hood, e questa sera cercheremo di scoprire se questo accostamento sia reale, una esagerazione o una balla bella e buona.
Chi era? Cosa voleva? Perché è stato protetto dalla “sua” gente? Da dove nasce l’avversione per i carabinieri contro i quali scatena una guerra e ne ammazza un bel po’? Che legami ha avuto con situazioni tipiche della Sicilia dell’epoca, come il partito indipendentista MIS? E con la mafia? E con la politica di Roma?
Proveremo a seguire gli eventi di quegli anni per cercare risposte a queste domande, anche a quelle sulla sua morte, ma è meglio anticipare subito che sarà difficile garantire che tutto quello che sappiamo è avvolto da un alone di mistero, con interpretazioni differenti, a volte opposte. Ma questo è quello che abbiamo e questo è quello che condividiamo in questo spazio.
Non ci resta che partire dall’inizio.

Introduzione

carne01Cari amici, oggi parliamo di bistecche.
Il Natale, ma non solo il Natale, induce la maggior parte degli umani a rincorrere sempre più consumi. Si comincia un mese prima, il 25 novembre, con il black Friday, che è una specie di zona franca per il consumismo. L’occasione che ogni consumatore compulsivo aspetta con ansia perché è il giorno in cui nessuno si sente di rimproverarlo, vista l’enorme pubblicità promossa da ogni mezzo di comunicazione. É un’invenzione molto utile ai produttori e ai venditori e a tutti quelli che desiderano acquistare a minor prezzo quello che serve loro, ma anche quello che non serve … solo perché è un’occasione.
Dopo l’invenzione del venerdì black, siamo arrivati alla settimana black e poi al mese black e, chissà, magari tra un paio di anni il black sarà dedicato a tutto l’inverno. Osservo, ma con dolcezza e superficialmente, che tutti i beni che acquistiamo, Natale o non Natale che sia, sono il prodotto di una catena di operazioni che la loro incidenza sull’ambiente ce l’hanno, eccome. Poi è chiaro che non si può mai fare di tutta l’erba un fascio e ci sono articoli più sostenibili di altri. L’invito è di cercare, tra le tante cose inutili che si regalano il 25 dicembre, quelle meno invasive. Se si vuole, si può fare.

isola01L’isola che non c’è è una canzone del cantautore napoletano Edoardo Bennato. Si riferisce, come credo tutti sappiano, alla mitica e magica isola sulla quale trovano rifugio i “bambini sperduti”, guidati da Peter Pan, in perenne lotta con la ciurma di pirati di Capitan Uncino. Oggi voglio parlarvi anch’io di isole e, in un certo senso, anche queste sono “isole che non ci sono”, o, meglio, non sono più come erano una volta. L’intervento scriteriato dell’uomo le ha trasformate, rendendole spesso del tutto inadatte a sostenere ogni forma di vita. I motivi sono diversi, le epoche anche, ma, credo che la storia di questi luoghi sia non solo interessante, ma decisamente istruttiva per chi vuole capire … per gli altri temo ci sia poco da fare.
Analizzerò per voi tre situazioni eclatanti, riservandomi, alla fine, di elencarne altri che non possiamo affrontare per evidenti ragioni di tempo.

Isola di Pasqua

Cominciamo subito con il primo caso, quello di un’isola sperduta in mezzo all’Oceano Pacifico, ma sperduta davvero, perché la costa più vicina, quella del Cile, dista quasi 4 mila km. Il suo nome nella lingua locale è Rapa Nui, che significa Grande Roccia.

Premessa

carson01Ci stiamo avvicinando a grandi passi verso un inverno di cui non si vede ancora traccia nelle temperature alte della stagione. Abbiamo attraversato un’estate lunghissima e molto calda, abbiamo assistito a fenomeni disastrosi ai quali non eravamo abituati.
Forse è un’avvisaglia del fatto che i primi effetti dei cambiamenti climatici sono alle porte o forse no. Sta di fatto che l’ambiente, violentato in modo idiota e forsennato dall’uomo, si è certamente rotto le scatole e in qualche modo dovrà pur reagire.
Come molti di voi sanno, questa trasmissione si è occupata, per circa 10 anni, di questioni ambientali, cercando di fornire informazioni e di mettere sull’avviso che qualcosa di grosso stava per accadere.

C'era una volta un arcipelago meraviglioso

g809 01Questa volta voglio raccontarvi una storia abbastanza recente. É la storia di un summit che si doveva fare e non si è fatto, di un arcipelago meraviglioso che abbiamo rischiato di perdere per sempre, di soldi pubblici, quindi nostri, stanziati e che non si sa bene che fine abbiano fatto, di corruttori e corrotti, di delinquenti e truffatori, di processi e assoluzioni nel più classico stile italiano.
Ma è meglio che andiamo con ordine a cominciamo dal principio.
L’inizio di questa storia porta la data del 14 giugno 2007, quando il presidente del consiglio, Romano Prodi e il ministro degli Esteri, Massimo D’Alema, annunciano in pompa magna che il vertice del G8 dell’estate 2009 si terrà in Italia e che, come location è stata scelta La Maddalena, porzione paradisiaca di un’isola fantastica, la Sardegna.
In realtà questa scelta è possibile perché nell’estate del 2006, la Marina statunitense decide di abbandonare la base militare che si trova nell’arcipelago, e di farlo entro l’estate del 2008.
Ci sono alcune conseguenze di grande importanza dietro questa decisione.