grano01Quante cose strane succedono nel mondo. É che noi, abituati ad essere pigri e a fidarci degli imbonitori che urlano le loro verità come slogan da giornali, radio e televisioni, non ci facciamo caso. Poi, improvvisamente succede qualcosa di eccezionale: un cataclisma, uno scandalo imperdibile o, come è il nostro caso, una guerra tra due nazioni, Russia e Ucraina, nessuna delle quali mi è particolarmente simpatica, anche se devo dire che invadere un paese non è bello e nemmeno legittimo. Per cui il macellaio Putin va condannato, esattamente come i nazisti di ritorno che vivono dall’altra parte delle barricate.
Ma qui la questione dei combattimenti, dei morti ammazzati di chi ha ragione e chi torto non mi interessa. Voglio capire una cosa molto più semplice. Perché al supermercato dove mi servo di solito, i cartellini dei prezzi sembrano non bastare più e vengono rinnovati quasi di giorno in giorno.
Una volta si diceva: “il prezzo del pane non può essere giocato in borsa” senza sapere che è proprio quanto succede. Ma, in effetti, si tratta di quello considerato da sempre l’alimento base di ogni famiglia e toccare il pane (e l’acqua … anche questo è un bel discorso in questo periodo) è visto come un sacrilegio, una bestemmia di tutte le divinità inventate dalla notte dei tempi fino all’altro ieri.
Restiamo dunque nell’ambito del pane. Per farlo, il mio amico Carlo, il panettiere che ha il negozio dietro l’angolo, ha bisogno di farina. La farina viene fatta con il grano. Lasciamo stare tutta la lunga serie di possibilità che abbiamo quando entriamo in panificio con milleduecento tipi diversi di pagnotte: morbide, dure, all’olio, al latte e chi più ne ha …
Dunque per fare il pane serve grano ... nel senso del cereale si intende!
Chi lo coltiva? Chi ce lo vende?
In questi giorni ci hanno raccontato un po’ di cose sull’Ucraina. La prima è che non c’è stata semina, il che mi ha messo in crisi. Basta dare un’occhiata ai siti di informazione per capire subito che c’è qualcosa che non funziona nelle notizie. In effetti queste sono una diversa dall’altra. C’è chi sostiene che non c’è proprio stata semina, chi parla del 50%, chi del fatto che i terreni fertili ucraini sono stati minati dai russi, chi infine, il 22 aprile ci informa che la semina del grano ucraino è regolarmente cominciata e procede regolarmente.
Chi ha ragione?
grano00Io proprio non lo so, ma quando le informazioni che arrivano sono così difformi tra loro è meglio non fidarsi di nessuna di queste.
In ogni caso c’è un altro grosso problema con il grano ucraino che dovrebbe viaggiare verso il panificio di Carlo. Il porto di Odessa è pieno zeppo di mine e le navi che trasportano la farina non possono muoversi, quindi che si sia seminato o meno non ci interessa, perché tanto quel prodotto è destinato a rimanere dove si trova adesso.
Cosa non inutile da dire è che quelle mine non le hanno messe i russi, ma gli uomini di Zelensky.
Ma torniamo da Carlo e chiediamoci chi sia mai a fornirgli il grano per fare la farina e ottenere quel delizioso pane che poi mi vende a prezzi che pare di essere in gioielleria.
I giornali più importanti del nostro paese hanno titolato “Ucraina granaio d’Europa”. Lo hanno fatto, giusto per capire che non stiamo parlando dei giornaletti distribuiti la domenica al termine della messa, Il Sole24ore, La Stampa, Repubblica, Il Corriere e tutto il resto dei quotidiani meno famosi e anche meno comprati.
Certo che il paese di Kiev ha una bella responsabilità in tutto questo. Se le navi non partono, sembrano sottintendere quei titoli, siamo fregati; anzi: tutta l’Europa è fregata. Che guaio grosso.
Ora io sono molto curioso e voglio chiarire proprio questo punto. Sono anche convinto che non esista modo migliore per giustificare una posizione che quella di affidarsi ai numeri. Vediamo un po’ cosa possiamo fare. Tutto questo non ha alcuna pretesa di verità (ci mancherebbe!!!) ma credo sia interessante avere a dispsozione qualche numero che è sempre neutro rispetto alle posizioni di ogni genere.
Cominciamo a vedere chi sono i maggiori produttori di grano al mondo. Secondo i molti siti che ho consultato per non cadere nel tranello di cui ho detto prima, l’Ucraina è solo al 10° posto. Che sia preceduta da Cina, India e Stati Uniti ci può stare. Ma la Francia e la Germania, che producono di più, sono nazioni europee. Come la mettiamo?
Ma, facciamo finta che davvero l’Ucraina sia il granaio d’Europa (cosa che, stando ai dati, è palesemente falsa). Controlliamo adesso da dove arriva il grano che il mio amico Carlo trasforma in filoncini, tartarughe, ciabatte, schiacciate e quant’altro.
Dunque andiamo a dare un’occhiata ai dati del 2021, forniti da ISMEA, su rilevazioni ISTAT. ISMEA è l’Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare, un ente pubblico economico istituito nel 1999. ISTAT, tutti lo sanno, è l'Istituto di Statistica Italiano.
Di seguito le tre tabelle pubblicate rispettivamente per il grano duro, tenero e per il mais.

frumduro frumduro frumduro
 Le ho fatte vedere a Carlo … mi ha fatto una faccia …
Siamo davvero convinti che l'Ucraina sia il granaio d'Europa? O ci sfugge qualcosa?

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A commento di questo articolo ecco una spiegazione di Lorenzo Bazzana, responsabile economico di Coldiretti, come mi è stato gentilmente offerto da Silvia. Cliccate sull'immagine per l'intero articolo.
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