omicidi01Questo è un articolo introduttivo, che serve da premessa ad alcuni altri che trattano di delitti perfetti o imperfetti, assassinii premeditati dagli autori o da altri per addossare la colpa a innocenti. La conclusione più frequente è che non abbiamo la più pallida idea di quale sia la verità. Ecco lo schema:
  1. Premessa
  2. Il caso Fenaroli
  3. L'omicidio Codecà
  4. L'omicidio di Wilma Montesi
  5. L'omicidio di via Poma: Nicoletta Cesaroni
  6. Vino e metanolo

Avvertimento

Questo articolo è stato scritto nel gennaio 2019 ed è quindi antecedente sia la pandemia che la guerra in Ucraina.

Premessa

La domanda che mi potrebbe essere fatta, leggendo questa parte del sito, è: “Perché ti occupi di cronaca nera, quando noncicredo.org è nato per trattare temi che in qualche modo hanno a che fare con la società e la sua gestione, in particolare per quanto riguarda il suo sviluppo e il rapporto con l’ambiente?
É una bella domanda e merita una risposta completa. Non so quanti di quelli che leggono siano mai andati a spulciare tra i dati relativi ai morti ammazzati. Farlo è un esercizio abbastanza stomachevole, perché quello che emerge è che l’assassinio è, a tutti gli effetti, una piaga della società.
Ecco qualche numero, perché, di fronte ai dati, i discorsi perdono molta della loro importanza. I dati sono forniti prevalentemente dall’OMS, l’Organizzazione mondiale della sanità, nel suo Rapporto mondiale sulla violenza e la salute.
Ogni anno muoiono di morte violenta 1 milione e seicentomila persone, metà di questa per suicidio, il 30% da omicidi (oltre mezzo milione), il resto è determinato dalle guerre. Già questo dato può turbare. Con tutte le guerre attive, esse producono solo il 20% delle morti violente complessive.
I dati sono impressionanti, se pensiamo che ogni minuto qualcuno muore per mano di un'altra persona (1424 al giorno) e ogni 40 secondi qualcuno nel mondo si suicida.
É chiaro che le cose vanno diversamente da paese a paese. Quelli con maggiore violenza sono gli stati dell’America latina, dei Caraibi, alcuni stati africani e la Russia, dove la violenza giovanile registra livelli molto preoccupanti.
In generale là dove c’è meno ricchezza c’è più violenza, ma, al contrario, nei paesi più benestanti, aumenta il numero dei suicidi.
Passando alle categorie delle persone, non sfugge l’alto numero di anziani che hanno subito sfruttamento e soprusi di ogni genere. É chiaro che la situazione delle donne è del tutto particolare, perché il “maschio” (sottolineo la presenza delle virgolette) ha da sempre pensato di poter fare con loro quello che vuole. E non serve andare tanto lontano, dove alle donne è persino vietato andare da sole a vedere un evento sportivo e il riferimento all’Arabia Saudita non è casuale. Nei civili Stati Uniti, il 15% delle donne ha subito stupro, una percentuale spaventosa e, purtroppo, in aumento negli anni. Per più di della metà delle donne uccise in modo violento, il delitto è avvenuto tra le mura di casa per mano del marito o del convivente.
Questo dato è clamoroso anche in Italia. Anche da noi accade lo stesso, tanto che potremmo dire che non è affatto più sicuro restarsene a casa che uscire la sera, non sempre almeno. Secondo gli esperti questi “delitti di prossimità”, questa è la loro definizione ufficiale, hanno superato per la prima volta quelli commessi dalla malavita organizzata.
omicidi03Sono le passioni della nostra vita a scatenare la follia omicida dei deboli: amore, soprattutto se negato, gelosia (più di quanto si possa immaginare), vendetta. E solo raramente le armi usate sono rivolte verso una singola persona. Assieme all’amante traditore o traditrice muoiono figli, parenti o amici, a volte semplicemente perché presenti sul luogo del delitto. Viene da chiedersi se siano vere tutte le affermazioni che emergono negli inutili talk show, da cui ormai siamo circondati e e di cui siamo prigionieri.  Sembra che il nostro paese viva solo di omicidi e che la famiglia sia ormai diventata un luogo senza valori e destinata a veder scorrere sangue ogni santo giorno.
Vediamo di analizzare queste due questioni un po’ più seriamente delle poltrone di Bruno Vespa e soci.
Cominciamo con la notazione che riguarda l’uso spettacolare di questi casi, che sono sempre esistiti, ma hanno assunto, negli ultimi anni un ruolo centrale nelle comunicazioni sia tra le notizie dei giornali che, soprattutto, in televisione e in internet. Praticamente, oggi sembra che non ci sia altro di cui discutere nella nostra società. Ma, come sempre, i dati statistici sono impietosi e riportano subito alla realtà. Mentre gli omicidi occupano quasi il 20% dello spazio dei mass media, essi rappresentano appena lo 0,4% dei crimini italiani.
Per quello che concerne la famiglia, vituperata e declassata, va detto che nella maggior parte dei casi quella famiglia è già disgregata da separazioni, con figli contesi, con qualcuno dei membri che ha alle spalle problemi con la giustizia, quando non turbe psichiche.
E tuttavia l’analisi delle vittime di delitti prossimali lascia senza fiato, specie se si considera che le violenze che emergono sono solo la punta di un immenso iceberg, perché spesso si preferisce soprassedere per motivi che trovano le loro radici nella religiosità o nella necessità di rimanere in famiglia perché altrimenti non si saprebbe come sopravvivere, cosa che capita molto più frequentemente alle donne.
omicidi01C’è un interessante studio sui Delitti in Italia, realizzato dall’Eures, associazione non-profit che si occupa proprio di Ricerche Economiche e Sociali. Tra le molte osservazioni importanti, emerge quella che sostiene che “lo studio dell’omicidio deve oggi maggiormente concentrarsi sulle cosiddette patologie della normalità e, soprattutto, sulle reazioni individuali al disagio, allo stress e alla frustrazione, in una dimensione sociale caratterizzata dall’indebolimento e dalla perdita di ruolo di alcuni tradizionali attori della ’mediazione sociale’.
Insomma, tradotto in un italiano più spiccio, la qualità della vita si è talmente abbassata, che essere “normali” (di nuovo tra virgolette) è diventato quasi impossibile e quindi lo stress, la frustrazione, la mancanza di riferimenti sociali e culturali lavorano ai fianchi le deboli menti, che esplodono in atti violenti.
Oggi, anche per chi pensa positivo, è difficile sfuggire a quel senso di scoramento e paura: tutti siamo potenziali vittime di attacchi terroristici, di disastri naturali come quelli recenti sulle nostre montagne, sempre più frequenti. É un pericolo nuovo che pone tutti noi di fronte al fenomeno criminale con crescente preoccupazione.
Ed ecco allora il senso di tutto quello che dicevo all’inizio: gli omicidi sono, a tutti gli effetti, una questione sociale. Prendiamone atto e andiamo avanti.

  Premessa Il caso Fenaroli