L'ho scritto io
Brevi racconti semiseri ... così, per passare il tempo.

Fino a qui allungava la sua ombra il grande monte Brassim, che si scorgeva sulla sinistra guardando il sole nascente. Le sue rocce rosate sembravano un indice rivolto al cielo, come un ammonimento che sottolineava la sua superiorità assoluta.
Dalla parte opposta colline sempre più alte sembravano rincorrersi, facendo a gara a quale fosse la più rotondeggiante: una lunga sequenza di cupole silenziose a perdita d’occhio.
Laggiù, proprio sul fondo, il torrente Rhon riempiva di freschezza, di suoni e di allegria la valle, saltando da un sasso all’altro, inanellando una curva dopo l’altra, diventando poi più tranquillo e allargandosi, alla fine, nel placido lago Taruk. A guardarlo da lassù, a quasi 2500 metri d’altitudine, sembrava impossibile che quella sottile striscia d’argento potesse formare, al termine della sua corsa, una tanto grande distesa d’acqua.
Gli abitanti della valle erano tutti animali. I daini, gli scoiattoli, gli orsi dei boschi, gli uccelli multicolori dell’aria e molti, molti altri conducevano le loro esistenze regolate solo dalle leggi e dai tempi della natura. Nessun uomo viveva lungo le rive del torrente, nessuna casa vi era mai stata costruita. I suoni della valle erano scanditi dal ritmo inesorabile del giorno e della notte, senza alcuna sorpresa possibile.

Tutto questo parlare di ghost writer mi ha fatto venir voglia di andare a controllare se la vostra storia regge. Ma cosa sono questi Ghost, questi fantasmi e, se sono solo fantasmi, esistono per davvero? O sono una delle solite invenzioni della concorrenza o delle multinazionali o del Vaticano, che avrà chiamato per quello immagino, figurarsi se chiama per una scomunica.
Mi sono documentato e, senza arrivare ai testi scritti in ebraico antico, ho trovato che questi fantasmi ci sono per davvero e non hanno nemmeno un lenzuolo bianco addosso. Sono proprio come noi. Quindi non li puoi distinguere. É per questo che, quando leggi un libro può venirti il dubbio che il nome scritto sulla prima pagina non sia poi quello di chi si è inventato tutte quelle frasi e le ha messe in fila, rendendo la lettura estremamente piacevole.
Oddio, questo non è sempre vero, perché ci sono anche quelli che hanno le idee di una storia o, più semplicemente, di quello che dovranno dire in pubblico, ma non sono poi capaci di tradurle in un linguaggio accattivante. Succede quando quelle persone non hanno tempo, o non hanno la preparazione o non hanno talento.
C’era una volta un politico molto importante e famoso in tutto il mondo. Così famoso che, quando parlava alla radio o in televisione, tutto il paese si fermava, perché bisognava ascoltare quello che avrebbe detto.
Dalle sue parole, infatti, dipendeva il destino delle famiglie, delle aziende piccole e grandi, delle attività private, dei ristoranti e delle piste da sci.

Molti in Europa lo chiamavano Babbo Natale, ma alle renne non risultava affatto che ci fosse qualche figlio in giro; forse l’appellativo di Babbo era dovuto alla sua età, indefinita, ma molto, molto avanzata e a quella lunga e folta barba bianca che gli copriva il torace.
Le renne si erano riunite per un motivo, che potremmo definire sindacale.