Da un altopiano all'altro - passo Vezzena: il tour
Giro bellissimo per paesaggi, soprattutto se realizzato in una soleggiata giornata
d'autunno quando i boschi si colorano di giallo e di rosso. La salita, piuttosto
lunga, riserva solo due km impegnativi (tra Roana e il laghetto) per il resto
non supera mai il 5% di pendenza con lunghi tratti al 3% o, addirittura, in
falsopiano e discesa. Lo consiglio vivamente a chiunque ami la montagna anche
per i cambiamenti frequenti di paesaggio.
Partiamo da Pedescala, che si raggiunge (venendo da Vicenza) attraverso il
ponte bianco subito dopo Barcarola lungo la val d'Astico. Da qui 500 metri
di leggera salita ci portano di fronte alla chiesa: un piccolo parcheggio
fa al caso nostro. E' una mattina di fine ottobre, la foschia si sta diradando;
guardiamo in alto verso l'altopiano: larghi squarci di azzurro promettono
che anche questa sarà una gita da ricordare ...
La salita che ci aspetta è piuttosto lunga (poco meno di 40 km), ma
le pendenze sono quasi sempre modeste: si comincia con un 5% lungo una serpentina
di 19 tornanti: osservandoli dall'alto sembra che la strada sia più
impegnativa di quello che è (con un grazie da parte della nostra autostima).
Sulla sinistra l'altopiano di Lavarone e Folgaria: notiamo, oltre il bosco
verde e rosso che copre il dirupo, il paese di Luserna affacciato sul suo
balcone naturale ad ammirare, laggiù molto più in basso, la
verdissima valle del torrente Astico, che ci stiamo lentamente lasciando alle
spalle. La strada non è larghissima; corre dentro un bosco ed è
investita dal profumo di muschio bagnato con un notevole retrogusto di funghi.
Il sole ha vinto la sua battaglia: la giornata è splendida. In lontananza
riconosciamo i monti che sovrastano l'altopiano di Folgaria: in particolare
il Cornetto, con il suo inconfondibile "pratone" e, subito dietro,
il becco di Filadonna.
Raggiungiamo Rotzo e poi Albaredo; la vista cambia: le rocce e i monti lasciano
il posto ad un paesaggio di puro e assoluto relax: i prati e i boschi dell'altopiano
si lasciano ammirare regalando sensazioni meravigliose di pace e serenità.
Fino qui la salita è stata molto regolare con pendenze costanti. Da
Albaredo la strada diventa meno ripida (se si può dire) e poi scende
verso Roana, bel centro pulito e caratteristico. Entriamo in paese fino nel
centro e, quando sulla destra si apre la piazza della chiesa, prendiamo la
strada di fronte (via Maggiore) a sinistra (non ci sono indicazioni particolari,
ma è l'unica).
Da qui comincia il solo tratto un po' impegnativo di salita: si tratta di
2 km con pendenze attorno all'8% (seguire sempre la strada principale) che
ci portano al laghetto di Roana (o laghetto Spillek). Probabilmente visto
d'estate non dev'essere un granché se confrontato con i laghi più
famosi di altre zone (ad es. delle dolomiti), ma in questa giornata di fine
ottobre quel piccolo cerchio d'acqua letteralmente invaso dal sole diventa
uno specchio per gli alberi rossi che punteggiano il bosco alle sue spalle.
Le sponde sono quasi deserte, il silenzio assoluto ... da goderselo fino in
fondo.
Ancora poche decine di metri in salita e si comincia a scendere dentro un
bosco da favola; i colori sono incredibili e verrebbe voglia di fermarsi ogni
10 metri per ammirare quel faggio, quel rampicante, quelle foglie color mattone
che coprono il terreno. Si scende, dunque, con gli occhi altrove: la strada
seppure stretta è bella e non presenta alcun tipo di problema. Dopo
qualche km arriviamo dall'altra parte del dosso dove incrociamo la provinciale
349 della val d'Assa, che collega Asiago con il passo di Vezzena; i cartelli
stradali indicano rispettivamente Vicenza (a destra) e Trento.
Ancora una volta ci si stupisce di un cambiamento radicale del paesaggio;
dopo i boschi di latifoglie (prevalentemente faggi) dai colori a volte sgargianti,
ora siamo immersi in un bosco di conifere (larici ed abeti), e il verde scuro
delle due sponde della valle è forse più severo e meno sbarazzino,
ma davvero riposante.
Dal punto di vista dell'impegno, la salita è molto tranquilla: raggiungiamo
Ghertele con una pendenza di poco superiore al 4%. Sulla sinistra il monte
Verena con le sue piste da sci; numerose strade sterrate rendono la zona una
manna per la mtb. Da qui la salita si addolcisce ancora e fino al passo la
pendenza è davvero modesta, mai superiore al 3%. Superiamo l'incrocio
con la strada che porta a cima Larici, attraversiamo il ponte Ghiarone ed
entriamo in Trentino poco dopo l'osteria all'Antico Termine. Ancora pochi
km e l'ambiente si modifica di nuovo; i boschi restano solo in lontananza
come contorno ad un altopiano fatto esclusivamente di pascoli. L'ultimo tratto
è quasi in pianura; passo Vezzena è a 1402 msm; fa caldo, tanto
da rimanere un po' a prendere il sole.
Dal passo parte, sulla sinistra, una strada asfaltata che porta a Luserna;
dopo un breve tratto di salita si scende a 1330 m in 6 km. Si torna sul tragitto
in località Monterovere con 5 km di salita. Luserna merita una visita
se non altro per la sua posizione a strapiombo e la conseguente vista meravigliosa
sulla valle d'Astico.
Sul passo un ristorante proprio sulla strada e una trattoria più discosta
(davvero notevole come ambiente e cibo!), qualche malga all'orizzonte, vie
e sentieri per escursioni e mtb, un paio di coppie a passeggio ... è
tutto! Silenzio, sole, aria buona, la prospettiva di una lunghissima discesa
... cosa chiedere di più?
Scendiamo verso Lavarone in mezzo a boschi misti, in cui tutte le tonalità
del giallo, del rosso e del marrone fanno a gara a sporcare lo sfondo verde.
Superiamo malga Rivetta con le sue piste di sci, il ristorante Monterovere
(dove veniamo raggiunti dalla strada proveniente da Luserna) ed infine passiamo
di fianco alla piana di malga Laghetto. Da qui ancora un ultimo sforzo: saliamo
per meno di 2 km (pendenze modeste). Quando si scollina il paesaggio dell'altopiano
di Lavarone è ancora in grado di meravigliarci per la sua bellezza,
la sua pulizia, i colori, i profumi dei boschi, le montagne ...
Attraversiamo le varie frazioni (Cappella, Gionghi, Chiesa), fino al bivio
per Nosellari (a sinistra). Siamo proprio sopra il lago di Lavarone: è
deserto. Può fare tristezza, ma ancora una volta i prati verdissimi
e il fianco di quella montagna che si tuffa nel lago da Ovest, portando con
sé colori dalle mille sfumature, ci fa respirare a fondo prima di ripartire.
Raggiungiamo in fretta Dazio e Nosellari, dove seguiamo la discesa verso Vicenza
(a destra si sale a Carbonare, di qui al passo del Sommo, vedi itinerario
4) fino a Lastebasse. Questa strada è già descritta in questa
raccolta, ma subito dopo i tornanti di Lastebasse (all'altezza della frazione
di Carotte) attraversiamo il torrente e percorriamo una piccola strada sul
lato sinistro dell'Astico. Incontriamo i paesi di Ciechi e Longhi, dove rientriamo
nella provinciale, ma solo per poco. All'altezza della segnalazione per Casotto,
riattraversiamo il torrente. Ora rimarremo da questa parte dell'Astico fino
all'arrivo. C'è uno stop in località ponte Maso: proseguiamo
diritti, fino ad immetterci in una strada più grande, che in breve
ci porta a Pedescala.
Vi entriamo proprio di fronte alla chiesa e al parcheggio: più comodo
di così ...