Questo è un giro da fare, partendo da Padova,
quando si hanno alcune ore libere e non si vuole faticare troppo. Il primo
tratto è identico a quello dei castelli (n. 4 di questa sezione). Uscendo
da Prato della Valle, al primo semaforo prendiamo a sinistra e andiamo sempre
dritti fino al ponte del Bassanello; qui seguiamo le indicazioni per Abano,
rispettando i sensi unici. Dopo il ponte giriamo a destra per Abano e subito
attraversiamo la strada e imbuchiamo il lungargine che ci porta verso Battaglia
Terme (ci sono due km di strada bianca ma molto compatta). Quando arriviamo
(13,5 km) in vista del castello del Catajo, prendiamo
la strada che ci viene incontro da Battaglia con una inversione di 180°.
Ci muoviamo nella pianura ad Est dei Colli, fino ad incontrare un incrocio
con un capitello (16 km, località Madonna della
Salute). Giriamo a sinistra in salita verso il valico di Turri
(175 msm in poco più di 1 km) con una salita che alterna tratti impegnativi
ad altri più semplici (che è lo standard di questi colli). Dalla
sommità scendono due strade, entrambe dirette verso Galzignano e Torreglia;
quella a destra è più "soft", quella a sinistra (c'è
subito un cartello con la pendenza del 20%) è famosa perché
costituisce spesso, percorsa in salita, un trampolino di lancio nella gara
dei professionisti "Giro del Veneto". Si tratta di un'erta poco
più lunga di mezzo km con una pendenza al 20%. Qui la facciamo in discesa
e non abbiamo problemi. Al primo incrocio giriamo a destra (per Torreglia)
fino ad incontrare via Regazzoni alta (ancora
a destra) che imbocchiamo in leggera salita. Dopo poco la strada si divide,
mantenendo lo stesso nome; quella a destra ritorna a Turri (è la terza
via rispetto a quelle da noi già percorse), quella a sinistra fa un
po' impressione perché sale dritta con una pendenza importante. Ed
è proprio qui che ci tocca andare. La salita ha alcuni brevi tratti
molto ripidi e altri che lo sono meno; in compenso è abbastanza breve
(1 km in tutto). Salendo possiamo ammirare la vasta conca raccolta alle basi
della zona collinare che stiamo scalando ("Regazzoni", appunto):
vigneti e colture con in lontananza, ben visibile, la rocca di Monselice.
Quando scolliniamo comincia un pezzo di asfalto piuttosto fastidioso: in cemento,
tutto sassetti; tenendoci sul bordo della strada evitiamo problemi e percorriamo
questi 500 m molto ripidi fino ad incrociare la strada che da Villa Draghi
(Montegrotto Terme) raggiunge Torreglia. Giriamo a sinistra e attraversiamo
una pianura coltivata prevalentemente a granoturco fino a raggiungere la strada
che scende da Galzignano proprio di fronte al Castelletto
(vedi itinerario 2). Giriamo a destra e raggiungiamo Torreglia;
alla rotonda prendiamo in salita a sinistra fino davanti alla chiesa (25 km).
Proprio di fronte, dall'altra parte della via, una strada entra tra le case:
è il nostro itinerario. Da qui si sale verso Torreglia alta (alla famosa
curva del cimitero vedi itinerario 2) seguendo la "via diretta"
senza tutte le curve della "via ufficiale". Va da sé che
essendo il dislivello lo stesso e la distanza la metà, la pendenza
non può certo essere delle più dolci. Infatti si tratta di 700
m di impegno davvero micidiale (credo la pensino tutti così, anche
i ciclisti veri!) con pendenze che sfiorano il 20% in più tratti. In
compenso qui non ci sono macchine perché la strada è chiusa
al traffico; quando una catena blocca il passaggio (la scavalchiamo senza
alcun problema) siamo praticamente arrivati. Pochi metri ancora e ci troviamo
di fronte alla chiesa di S. Sabino. Da qui si
gode di un bel paesaggio sulla parte bassa di Torreglia, la zona del Castelletto
e i colli di Regazzoni che abbiamo appena attraversato.
Raggiungiamo la curva del cimitero, la percorriamo quasi tutta e, anziché
proseguire lungo la strada principale (che porta a Castelnuovo), giriamo in
salita a sinistra seguendo le indicazioni "Monte
Rua". La strada si inerpica sul monte per quasi 2,5 km (a metà
un ampio piazzale con immancabile ristorante). Guadagnamo poco meno di 300
m di dislivello. L'asfalto termina al cancello di ingresso dell'area dell'eremo.
La costruzione vera e propria si trova un po' più su ed è raggiungibile
e visitabile (non con il nostro abbigliamento) a piedi. L'origine dell'eremmo
risale al XIV sec, ma solo 200 anni più tardi divenne un eremo con
la costruzione della chiesa e di 22 celle (ognuna costituita da una cameretta
e uno studiolo). Tra una cella e l'altra un piccolo orto da coltivare.
La strada che prosegue nel bosco proprio davanti a noi collega questo monte
con il Roccolo grazie ad un sentiero da fare in mtb (parte a piedi).
Noi chiudiamo qui; giriamo la bici e torniamo a Torreglia,
questa volta per la strada "normale" e da qui a Padova, passando
per Abano Terme e Tencarola
(vedi intinerario 4).